Interferenze… Sistemica e dintorni.
Questo blog intende proporre una riflessione sullo stato dell’arte e sui possibili sviluppi della metafora sistemica, del pensiero che, partendo dalle geniali intuizioni dell’antropologo Gregory Bateson (1972), ha stimolato in USA negli anni cinquanta del Novecento lo sviluppo della scuola di Palo Alto al Mental Research Institute e in Italia la nascita della psicoterapia sistemica di Luigi Boscolo e Gianfranco Cecchin, attraverso la storica esperienza maturata al Centro Milanese di Terapia della Famiglia, fondato nel 1981 a Milano.
Il carattere innovativo del pensiero e della metafora sistemica e del modello di psicoterapia che ne è scaturito ha spesso tratto forza dall’uso di altre metafore e in primis dalla metafora cibernetica da cui origina.
Tenterò qui di aggiungerne una, appoggiandomi al concetto di interferenza che personalmente trovo molto interessante.
Secondo Telfener (2002) la sistemica è interessata alle regole di composizione. Si occupa soprattutto dell’interazione tra le parti. Concordando con questa lettura si può condividere la sua proposta di considerare la sistemica come una posizione, un modo per osservare, un atteggiamento conoscitivo. Operare una distinzione appare quindi scientifico; osservare la complementarietà è sistemico. In quest’ottica i concetti si sovrappongono attraverso la mutua definizione di sé e dell’altro. Non necessariamente, soprattutto in qualità di terapeuti, dovremmo però scegliere l’uno o l’altro approccio: dovremmo piuttosto utilizzare contemporaneamente le due logiche per ottenere una maggiore profondità di campo, una sorta di “enhanced vision“.
Trovo che quest’atteggiamento si avvicini a cogliere, da un punto di vista psicologico, qualcosa di molto simile al fenomeno fisico e percettivo dell’interferenza, che ognuno di noi è solito sperimentare in modo piuttosto inconsapevole nella quotidianità.
L’elenco di fenomeni che i fisici spiegano ricorrendo al concetto di interferenza può essere molto lungo:
- quando due onde del mare generate da altri natanti arrivano in fase alla nostra imbarcazione, sperimentiamo che l’ampiezza dell’onda che ci investe aumenta;
- quando ascoltiamo un concerto possiamo notare che, spostandoci da un posto all’altro, il suono percepito può subire variazioni apprezzabili di intensità;
- osservando una pozzanghera “inquinata” da una sottile pellicola di lubrificante possiamo osservare che, accanto a zone di splendida iridescenza (spiegate dal concetto di dispersione), vi sono zone molto scure nelle quali non vi è quasi alcuna luce riflessa.
La spiegazione di questi fenomeni è legata al principio di sovrapposizione (www.sapere.it): in ogni punto dello spazio in cui due onde della stessa natura incidono simultaneamente, l’oscillazione complessiva è data dalla somma algebrica delle oscillazioni delle due onde incidenti prese separatamente.
La figura qui sotto (Figura 1) rappresenta la superficie di un ondoscopio.
Figura 1. La superficie di un ondoscopio.
È una vaschetta che permette di visualizzare le onde prodotte da un getto d’aria sulla superficie dell’acqua. In esso due punte (sorgenti) vibrano con la stessa ampiezza, frequenza e fase. Le due onde si sovrappongono generando una figura di interferenza. La figura di interferenza è caratterizzata da alcune linee grigie, dette linee nodali, dove l’acqua sembra immobile. Le linee nodali sono i punti in cui le due onde si incontrano in opposizione di fase e interferiscono in modo distruttivo, cioè si annullano l’una con l’altra. Esistono anche linee antinodali, poste tra le linee nodali, in cui l’interferenza è costruttiva: cioè le due onde si incontrano in fase e sommano i loro effetti. Nelle linee antinodali l’ampiezza della vibrazione è doppia.
D’altronde, nell’ambito della fisica atomica, in accordo con il principio di indeterminazione di Heisenberg (1953), gli esperimenti della meccanica quantistica (Von Neumann, 1955) evidenziano come ogni singolo elettrone sia contemporaneamente:
- una funzione d’onda che produce interferenza con sé stesso (un po’ come nel caso dell’acqua);
- una particella, presente in un punto definito dello spazio.
Ciò che definisce l’elettrone o, meglio, lo rivela in uno dei due stati potenziali siamo noi, ossia la percezione di un soggetto conoscente che lo rende reale (la misurazione).
Se provassimo a sostituire in queste ultime frasi elettrone con persona, misurazione con pregiudizio/diagnosi, funzione d’onda con sistema, particella con individuo, punto dello spazio con personalità otterremmo qualcosa del genere: ogni singola persona è sia un sistema che produce interferenza con sé stesso che un individuo con una personalità definita. Ciò che lo definisce o, meglio, lo rivela in uno dei due stati potenziali siamo noi, ossia la percezione di un soggetto conoscente che lo rende reale (il pregiudizio/diagnosi).
Un concetto del genere non è forse familiare per un sistemico?
Potremmo allora dire, un po’ provocatoriamente, che la sistemica è interessata all’aleatorietà, all’interferenza, alle vere regole di determinazione della realtà psichica, sempre più confermate dagli studi della meccanica quantistica?
Qual è l’orizzonte ultimo a cui queste regole alludono?
E, se questo orizzonte può essere descritto, cosa comporta per la psicoterapia attuale?
Mi piacerebbe tentare di delineare qualche risposta a queste domande attraverso questo blog, grazie anche al feedback e allo stimolo dei commenti dei colleghi e dei lettori che abbiano voglia di tracciare connessioni e che mi auguro siano numerosi.
Con l’intento quindi di muovermi nell’area dell’interferenza e di contribuire ad alimentare una visione enfatizzata, citerò e includerò nel blog anche vari contributi esterni attinenti, in qualche modo, al tema qui delineato.
Interferenze… Sistemica e dintorni. Buona lettura e… scrittura.
Bibliografia
Bateson G. (1972). Steps to an Ecology of Mind. San Francisco, Chandler Publishing Company (trad. it. Verso un’ecologia della mente. Milano, Adelphi, 1978).
Heisenberg W. (1953). I principi fisici della teoria dei quanti. Torino. Opera tratta dalle lezioni tenute da Heisenberg all’Università di Chicago nel 1929.
Telfener U., Casadio L. (2002). Sistemica. Percorsi nella complessità. Bollati Boringhieri, Torino.
Von Neumann J. (1955). Mathematical foundations of Quantum Mechanics. Princeton University Press.
Fonti internet
http://www.sapere.it http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/fisica/Le-onde/I-fenomeni-ondulatori/Comportamento-delle-onde.html